Le donne e il vino
Amo questa intervista letta anni fa, e ogni tanto la rileggo. Barbara Tamburini, professione enologo (“sul mio biglietto da visita ho lasciato la declinazione al maschile”, dice), laureata in Viticoltura ed Enologia all’Università di Pisa nel 2000.
“Credo che la donna abbia un apporto sensoriale più incline alla natura, si pensi alla predisposizione verso gli aromi della cucina, il ruolo materno, il profumo dei fiori. Veder nascere un vino, assecondando la natura, condurlo verso il traguardo della bottiglia, scoprendo le infinite sensazioni organolettiche che via via si manifestano, sono emozioni in linea con l’emotività femminile. Del resto, la sensibilità che la donna enologo può esprimere nei confronti della creatura-vino non può, forse, richiamarsi all’istinto materno?”
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È stato dimostrato che le donne hanno l’olfatto maggiormente sviluppato; nel mondo del vino non è cosa da poco.
Le consumatrici (in aumento secondo l’ISTAT), le vignaiole, le produttrici e le imprenditrici vitivinicole stanno rivoluzionando l’intero hanno portato creatività, competenza e innovazione. Sono storie di passione, duro lavoro, rivincita, famiglia e innovazione, quelle delle donne del vino. Il numero delle aziende vitivinicole a gestione femminile ha ormai superato il 25% del settore primario italiano producendo, insieme alle imprenditrici agricole, il 28% del PIL agricolo. Una rivoluzione iniziata a metà degli anni ‘80, che oggi interessa tutta Italia, e sempre più le giovani donne.
In aumento anche i viaggi al femminile per visitare cantine e degustare buon vino.
Il ruolo delle donne nella produzione vinicola è sempre stato silenzioso: la cura delle parti più delicate delle piante, la promozione l’amministrazione delle aziende. Quasi mai impagate nella produzione o in prima linea nelle vigne e nelle cantine.
Ma le cose sono cambiate…Tanti auguri Donne del vino.
#bewine
#cincin
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